Preamplificatore & Amplificatore finale: PS Audio Stellar |
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Poco meno di 60 dollari: tanto costava al pubblico lo stadio fono che nel1974 segna l'ingresso sul mercato di Paul McGowan e Stan Warren che con le iniziali dei loro nomi, PS, determinano parte del logo di una azienda nata mettendo mano al portafoglio (500 dollari ciascuno) per un'esigenza specifica: l'emittente radio dove lavorava McGowan aveva bisogno di un pre-fono visto che al tempo si trasmetteva musica dai dischi in vinile. Da allora Paul McGowan ha attraversato tempi belli e brutti, ha collaborato con personaggi di ogni risma (Arnie Nudell, uno su tutti). Ha lasciato e poi ripreso PS Audio che, nel frattempo (considerate che il lasso di tempo intercorso è notevole) è cambiata di mano, ha fallito, è risorta...
Si aggiunga l'iperattivismo di McGowan, che tuttora anima il suo blog quotidianamente, realizza podcast, video e ha trovato il tempo, oltre che per dirigere un'azienda insieme alla moglie, anche di fondare Copper, una e-zine. Poiché in questo settore, sebbene nessuno sia indispensabile, molto spesso le aziende riflettono la personalità del loro mentore, non è sbagliato definire PSAudio come una società particolarmente dinamica e mutevole, cosa questa forse poco gradita a una larga fetta del pubblico di settore, adulta, oltre gli "anta" e per ciò desiderosa di una certa stabilità che non è propria della casa di Boulder in Colorado, che potremmo definire "inquieta". Così PS Audio nel tempo ha mostrato più facce predominanti di sé...
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Amplificatore integrato: McINTOSH MA 252 |
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Primo integrato ibrido della casa, quando fu presentato nel 2017 il McINTOSH MA 252 fece pensare ad una boutade della casa americana, senonchè proprio il recente ingresso dell'MA 352, conferma l'intenzione di sviluppare una linea di prodotti ibridi, con preaplificatore a valvole e finale a stato solido. Non si tratta delle uniche novità associata a questa linea di prodotti che, infatti, non utilizzano nè il trasformatore d'uscita (quasi un marchio di fabbrica!) nè i tradizionali "occhioni blu" (i VuMeter), mentre sono presenti il circuito di controllo Power Guard e la specifica soluzione studiata dalla casa per l'uscita cuffia (Sentry Monitor) mutuati dalla recente produzione a stato solido.
L'appartenenza alla famiglia McINTOSH con il suo stile retrò è garantita da un telaio simile all'amplicifatore a vuoto MC-275 dove si sono integrate valvole e transistor con un effetto finale che ha soddisfatto la mia vista, anzi, più lo ossevo e più mi piace! L'MA252 è telecomandabile nelle sue funzioni primarie, di spone di bilanciamento, controlli di tono e di una dotazione di ingressi più che sufficiente per un normale utilizzo. Sulla parte frontale un display Oled indica la percentule di volume oltre allo stato del bilanciamento dei toni e l'ingresso...
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Giradischi con trazione a cinghia: Thorens TD201 |
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Non mi pare sia una vera e propria tendenza di mercato, quanto un tentativo di "cat turare"quei neo o ex opiù o meno distratti appassionati di vinile che non potendo, o volendo o riuscendo, a mettere insieme una catena audio di impostazione "classica" preferiscono la via della estrema semplicità. In questi casi l'ingresso phono di un ampli ficatore è un qualcosa di quasi sconosciuto (o dimenticato) e d'altro canto ad ogni lati tudine è invalsa la moda del "apri attacca -accendi ->funziona ".
Sarà che nella mia testa l'ottenere un buon suono è frutto di "lacrime e sangue", sarà che il concetto di "plug&play" non riesco a distaccarlo dall'universo informatico ... sarà tutto questo (sto ovviamente scherzando) ma stante il diritto inalienabile di ciascuno ad ascoltare la propria musica preferita in modo decoroso, e stante il fatto che non tutti possono essere audiofili esperti, smaliziati e con la puzza sotto il naso, ci sta che un prodotto come il TD201 possa incontrare il favore di molti.
Immesso sul mercato sul finire del 2018, il TD201fa ilpaio con il TD202. I due giradischi si differenziano, poco, dal punto di vista estetico, hanno in comune l'uscita linea pre amp!ificata ma il 202 si avvale anche di una uscita USB.
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Amplificatore Integrato Roksan Kandy K3: il mid-class definitivo? |
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La Roksan Audio Ltd., ormai sul mercato da 30 anni, in origine si impose grazie ai suoi eccellenti giradischi (in primis il famoso Xerxes) e bracci di lettura, partoriti dalla genialità tecnica del suo fondatore e progettista anglo-iraniano, Touraj Moghaddam. Negli ultimi anni la ditta ha cambiato mani, per fortuna senza rinnegare le sue nobili radici audiophile, e attualmente fa parte del gruppo Monitor Audio, noto specialista in sistemi di altoparlanti.
In effetti la gamma attuale Roksan è perfettamente complementare a quella dei diffusori Monitor Audio, spaziando dalle tradizionali sorgenti analogiche Radius e Xerxes, alle elettroniche di amplificazione e digitali, ordinate in tre linee di prodotto di cui la K3 è quella cui appartiene l'ampli integrato in prova. Si affianca ad essa la "storica" linea Caspian, della quale ben 8 anni fa provai per FDS un altro ampli integrato, e la Blak (scritta proprio cosi) che rappresenta il top di gamma. L'impressione è che la Roksan sia conservatrice e tenda a mantenere quasi immutati negli anni nomi ed estetica dei propri modelli, preferendo investire in affinamenti "sotto pelle" e poco sbandierati che migliorano continuamente il prodotto senza stravolgerlo. Molta acqua comunque è passata sotto i ponti dalla mia prova del Caspian M2 ed oggi mi ritrovo a cimentarmi con questo K3 che costa euro 1900 di listino, un prezzo non da entry-level ma neppure da prodotto high-end.
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Sonus Faber Minima Amator II |
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I piccoli diffusori da scaffale in prova appartengono, insieme agli Electa Amator III, a una serie particolare di Sonusfaber, la Heritage. Heritage sta per eredità e patrimonio storico e tecnologico di questa celebre azienda, creata da Franco Serblin all'alba degli anni Ottanta del secolo scorso. .
Minima furono il terzo prodotto disegnato da Serblin, preceduto dalla "provocazione" del sistema Snail seguito dai più concreti Parva, un più classico due vie bass reflex da piedistallo. Furono proprio i Minima, però, a rappresentare il primo grande successo di critica e di pubblico: presentati nel 1984 hanno attraversato tutto questo tempo tra nuove versioni, periodi di uscita dal catalogo (pur rimanendo sempre molto ricercati nel mercato dell'usato) e rinascite, per poi arrivare a quest'ultima versione. Era invece il 1992 quando SUONO (luglio-agosto, N° 230) annunciava l'anteprima mondiale in esclusiva dei Sonus faber Minima Amator, definiti "il gigante dei mini". Un frutto, raccontava Bebo Moroni, al tempo direttore della rivista, di quattro anni di lavoro di Franco Serblin con l'obiettivo di "racchiudere in sé un arduo condensato del meglio di due oggetti tanto amati". I due erano i Minima ("ha rappresentato forse l'oggetto in cui Serblin ha creduto di più ...") e la Electa...
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